Il neurodesign è una disciplina molto interessante che unisce le neuroscienze alla progettazione per creare ambienti, prodotti e packaging sempre più efficaci e più soddisfacenti per chi ne usufruisce.
In questo articolo andremo ad approfondire maggiormente il concetto di neurodesign, vedremo insieme più nel dettaglio di cosa si tratta, come funziona e come possiamo applicarlo anche al nostro business.
Cos’è il neurodesign
Per prima cosa: cos’è il neurodesign?
Il neurodesign è un approccio multidisciplinare che combina le neuroscienze con la progettazione e ha come scopo quello di comprendere meglio come la mente umana percepisce e interagisce con l’ambiente costruito.
Utilizza metodologie e tecniche neuroscientifiche per comprendere meglio le esigenze cognitive e fisiologiche dei consumatori e sfrutta la conoscenza dei processi neurali per migliorare la progettazione degli edifici e degli spazi, ma anche dei prodotti e del loro packaging, per renderli più efficaci e ottenere una maggiore soddisfazione per gli utenti che ne usufruiscono.
Qualche esempio? Il neurodesign può essere utilizzato per progettare ambienti di lavoro più produttivi, per creare spazi pubblici più attraenti e accoglienti o per creare dei prodotti e dei packaging ancora più attraenti e in linea con le aspettative del cliente finale.
Come funziona il neurodesign
Il processo di neurodesign può essere suddiviso in diverse fasi:
- Analisi: in questa fase, gli esperti raccolgono informazioni sugli utenti e sull’oggetto del design, come l’ambiente o il prodotto. Per farlo, vengono utilizzare tecniche di neuromarketing come ad esempio interviste, questionari, osservazioni dirette, registrazioni EEG, eye-tracking e così via
- Progettazione: dopo l’analisi, le informazioni raccolte vengono utilizzate per progettare ambienti, prodotti e servizi che sappiano soddisfare le esigenze degli utenti
- Valutazione: arriva adesso la fase della valutazione, dove viene valutata l’efficacia delle soluzioni che sono state progettate utilizzando tecniche come la valutazione della soddisfazione degli utenti, la valutazione della produttività e la valutazione dell’impatto ambientale
- Miglioramento: infine, si procede all’ottimizzazione dell’oggetto di design, così da migliorarlo ulteriormente e costantemente grazie alle informazioni che sono state raccolte nelle precedenti fasi.
Differenze tra design e neurodesign
Ma perché parliamo di neurodesign? Quali sono le differenze con il design classico?
La risposta è semplice.
Il design e il neurodesign sono entrambi approcci progettuali, ma differiscono l’uno dall’altro per due principali aspetti chiave:
- Obiettivo e approccio: il design tradizionale si concentra sulla creazione di prodotti, servizi e ambienti esteticamente piacevoli e funzionali mentre il neurodesign si concentra invece sulla creazione di prodotti, servizi e ambienti che soddisfino le esigenze cognitive e fisiologiche degli utenti
- Metodologia: il design tradizionale si basa su metodologie quali la progettazione per prototipi, la simulazione e l’usabilità, mentre il neurodesign si basa su metodologie della neuroscienza come l’EEG, la fMRI e la valutazione comportamentale per comprendere meglio come la mente umana percepisce e interagisce con i prodotti e/o con l’ambiente circostante.
Per fare un recap, quindi, possiamo affermare che mentre il design tradizionale si concentra maggiormente sull’estetica e sulla funzionalità delle soluzioni progettuali, il neurodesign ha invece come obiettivo la comprensione dei processi neurali per creare soluzioni progettuali più efficaci e più adatte alle esigenze dei consumatori.
Perché il neurodesign è importante per un brand?
Abbiamo visto cos’è il neurodesign e in cosa si differenzia con il design tradizionale. Adesso una domanda sporge spontanea: ma perché il neurodeisgn è così importante per un brand?
Molto semplice: perché non si basa sulla semplice estetica ma “scava” più a fondo nella mente dei consumatori per comprendere meglio le loro esigenze, fisiche, fisiologiche e cognitive, e offrire soluzioni non solo funzionali ma anche più efficaci, più attraenti e più soddisfacenti per il cliente o per il consumatore.
In questo modo, è possibile creare una brand identity più forte, più coerente e più memorabile, capace di attrarre il pubblico, entrare in sintonia con lui e ottenere maggiore fedeltà al brand.
Il neurodesign, inoltre, può aiutare a creare un’esperienza utente ancora più efficace e coinvolgente. Utilizzando le neuroscienze, ad esempio, è infatti possibile comprendere come gli utenti percepiscono e interagiscono con i prodotti e di conseguenza possiamo progettare prodotti più intuitivi ed efficaci o magari packaging più funzionali o maggiormente attraenti.
Utilizzando il neurodesign possiamo anche progettare ambienti e spazi ancora più accoglienti e confortevoli, che promuovono la soddisfazione e il benessere degli utenti e contribuire così a costruire un’immagine positiva del tuo brand.
In quali ambiti possiamo applicare il neurodesign?
In questo articolo ci siamo concentrati molto sull’applicazione del neurodesign a prodotti e ambienti ma questi non sono gli unici campi di applicazione di questa disciplina.
Il neurodesign può infatti essere applicato in diversi ambiti, come ad esempio:
- Progettazione degli ambienti: di lavoro, spazi pubblici, abitazioni e altri tipi di edifici
- Progettazione di prodotti di consumo, come elettronica di consumo, prodotti per la casa e articoli per il tempo libero o ad esempio può essere utilizzato per progettare interfacce utente più intuitive per i dispositivi elettronici
- Progettazione di servizi, come quelli offerti dalle compagnie aeree, dalle compagnie ferroviarie e dalle compagnie di assicurazione
- Progettazione di campagne di marketing, come ad esempio la pubblicità sui mezzi di comunicazione
- Progettazione di tecnologie, come software, app e sistemi di realtà virtuale.
Come vedi, quindi, il neurodesign può essere applicato in tantissimi ambiti diversi.
Come possiamo applicare il neurodesign all’interno di un brand?
Ci sono diverse tecniche e metodologie che possono essere utilizzate per applicare il neurodesign all’interno di un brand. Vediamo le principali:
- Per prima cosa, è importante svolgere un’accurata analisi dell’utente attraverso specifici strumenti di neuromarketing, così da comprenderne le esigenze cognitive e fisiologiche
- Possiamo poi procedere alla progettazione per prototipi e la modellizzazione 3D così da creare soluzioni progettuali che sfruttino i processi cognitivi naturali del cervello umano
- È anche importante valutare l’efficacia delle soluzioni progettuali e procedere a tutte le eventuali ottimizzazioni per migliorarle costantemente
- Attraverso quello che viene definito branding neurodesign, possiamo inoltre creare un’immagine del brand coerente e memorabile, sfruttando le conoscenze dei processi cognitivi naturali del cervello umano per progettare elementi visivi e di interazione
- Utilizzando la neuroscienza, possiamo anche comprendere come gli utenti percepiscono e interagiscono con i nostri prodotti e – di conseguenza – possiamo progettare prodotti e ambienti ancora più efficaci, più attraenti e più in linea con le aspettative dei potenziali clienti e dei consumatori
- Attraverso il neurodesign possiamo anche progettare ambienti e spazi più accoglienti e confortevoli per i nostri consumatori, dove possono sentirsi a loro agio e soddisfatti, donare una percezione positiva del brand e invogliare a sceglierci rispetto alla concorrenza.
Conclusioni
Come abbiamo visto nel corso di questo articolo, il neurodesign è una disciplina davvero molto potente che sfrutta le tecniche di neuromarketing per creare prodotti, packaging e ambienti davvero memorabili, capaci di attrarre e fidelizzare la tua audience e che ti permettono di differenziarti dalla concorrenza.
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